Da qualche settimana, nel centro di Tuscania ha aperto i battenti l’ennesimo centro scommesse. Tra una fetta degli abitanti del piccolo centro, che si dice lontana dal voler esprimere giudizi sugli esercenti o sulla libertà di aprire un esercizio commerciale, serpeggia però una preoccupazione. A impensierire questa piccola parte della cittadinanza è il silenzio della gente e delle istituzioni davanti a uno dei problemi più gravi degli ultimi decenni: il dilagare del gioco d’azzardo e dei rischi ad esso legati.
Un problema troppo spesso sottovalutato?
“Se a inaugurare fosse stato un coffee shop, un locale a luci rosse o qualsiasi altro esercizio legato a un tema scottante, di certo tante persone avrebbero alzato la voce, chiesto interventi decisi da parte delle forze dell’ordine, riempito social e carta stampata con post e articoli dai toni allarmistici. Perché, allora, il dilagare del gioco d’azzardo non viene mai valutato per quello che è?” A dire queste parole è stato Don Pierpaolo Fanelli, presbitero della Comunità Cristiana di Tuscania.
In verità, l’Amministrazione Comunale di Tuscania ha più volte espresso una certa preoccupazione circa i rischi cui vengono esposti i cittadini lasciando che casinò e centri scommesse si moltiplichino senza controllo. In passato, Tuscania è stata anche sede di spettacoli teatrali legati al tema della sensibilizzazione sui problemi legati al gioco d’azzardo. Il nome dell’evento ospitato dal teatro del Rivellino durante lo scorso mese di marzo era eloquente: “Gran Casinò. Storie di chi gioca sulla pelle degli altri”.
I numeri di un fenomeno in costante aumento
Purtroppo, i disturbi legati al gioco d’azzardo creano indebitamento e dipendenza e possono spingere le persone a chiedere prestiti illegali, compromettendo la sicurezza economica e fisica di intere famiglie. Ma non finisce qui, poiché tantissimi giocatori patologici sperimentano sintomi quali ansia, depressione, stress e attacchi di panico, che a loro volta alimentano comportamenti autodistruttivi e isolamento sociale. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’ADM (l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), nel 2019 soltanto a Tuscania sono stati “investiti” oltre 5,5 milioni di euro (senza contare le scommesse online).
Nel 2021, complessivamente gli italiani hanno speso più di 111 miliardi di euro, somma che ha raggiunto i 157 miliardi nel 2024. Facendo i calcoli, si tratta di una spesa pro capite di circa 2.600 euro l’anno per ogni cittadino italiano, minorenni inclusi. Con una tale quantità di denaro sarebbe stato possibile finanziare un’infinità di progetti sportivi e culturali. È proprio per questi motivi che la parrocchia, rappresentata da Don Pierpaolo Fanelli, insieme ad alcuni cittadini del piccolo comune del viterbese, ha deciso di puntare il dito contro un problema spesso sottaciuto, proponendo la creazione di realtà alternative, in grado di offrire opportunità di socializzazione e svago, affinché il futuro possa rivelarsi più equo e giusto per i giovani, ma non solo.
È necessario alzare la voce e affrontare il problema con la giusta consapevolezza. “L’intera comunità”, si legge nella nota condivisa da Don Fanelli, “non può e non deve restare indifferente di fronte all’ennesimo attacco al buon senso. Inoltre, i cittadini sono invitati a riflettere circa l’importanza di accogliere le nuove generazioni in ambienti sani, formativi e sicuri, lontani dai rischi rappresentati dal gioco d’azzardo”. Perché come affermava Fabrizio de Giovanni nello spettacolo Gran Casinò “il vero problema non è quando perdi, ma quando vinci! Sì, è proprio in quel momento che scatta la dipendenza”.

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